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Costituzione e tutela dell’ambiente: art. 9 e art. 41

Dall’8 febbraio 2022 finalmente la tutela dell’ambiente entra a pieno titolo in Costituzione.

Ogni anno di più ci troviamo di fronte a sfide senza precedenti legate alla sopravvivenza del pianeta.

Il cambiamento climatico, l’inquinamento, la perdita di biodiversità e altre minacce ambientali sono diventate realtà urgenti che mettono a repentaglio il nostro futuro, quello delle specie animali e la qualità della vita in generale.

In questo contesto, la tutela ambientale emerge sempre più come un imperativo globale, tanto da richiedere una rielaborazione degli articoli 9 e 41 della Costituzione italiana, per adattarli alle sfide del nostro tempo.

Esploriamo come la nostra Carta Fondamentale è stata riformulata per rispecchiare questa nuova consapevolezza ambientale e garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire.

Cosa dice l’articolo 9 della Costituzione sulla tutela dell’ambiente

Approvata già dal Senato il 9 giugno 2021, la revisione dell’art. 9 della Costituzione viene confermata l’8 febbraio 2022 dalla Camera dei Deputati, che così recita:

“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico artistico della Nazione.

Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioniLa legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali

Questa modifica costituzionale ha inserito in modo più esplicito e forte la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi come parte integrante degli obblighi della Repubblica italiana.

La sostenibilità ambientale è stata posta allo stesso livello di importanza della promozione della cultura, della ricerca scientifica e del patrimonio artistico.

Quindi concretamente cosa cambierà?

Ma soprattutto, questa modifica, apporterà dei reali vantaggi alla tutela dell’ambiente?

5 benefici del nuovo articolo 9 della Costituzione

  1. Riconoscimento dell’ambiente come bene collettivo: con questa modifica, la Costituzione riconosce ufficialmente l’ambiente naturale come tesoro condiviso da tutti noi.

Questo significa che lo Stato italiano e i cittadini hanno il dovere di proteggerlo e preservarlo.

  1. Responsabilità delle imprese: le imprese sono chiamate a rispettare standard più elevati in materia di sostenibilità ambientale.

Dal 2024, infatti, tutte le grandi imprese e le PMI sono chiamate a redigere il loro piano di sostenibilità e a riportare i risultati dell’ESG (Environmental, Social and Governance) delle loro attività annuali.

Saranno presto introdotte anche norme che richiedono la riduzione delle emissioni di carbonio, l’uso responsabile delle risorse naturali e standard etici per la produzione e distribuzione dei prodotti.

  1. Incentivi alla sostenibilità: il governo ha già introdotto nuovi incentivi fiscali e finanziari per incoraggiare le imprese a adottare pratiche sostenibili.

Così come ha messo in conto sanzioni per le imprese che non rispettano le norme ambientali.

  1. Economia verde: l’interesse verso la sostenibilità promuoverà la crescita di settori economici verdi e innovativi, creando opportunità e nuove occupazionali legate alla transizione ecologica.
  2. Legislazione più rigorosa: sempre più rigide saranno le condanne per reati ambientali, già regolamentati dalla legge n. 68 del 2015 del Codice penale per i delitti contro l’ambiente.

 

Queste modifiche costituzionali, oltre ad essere necessarie, ci allineano anche con gli standard internazionali ed europei (articolo 37 della Carta di Nizza; art. 191 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea e l’Agenda ONU 2030) promuovendo una maggiore coerenza e cooperazione per le esigenze ambientali.

 

Cosa dice l’art. 41 della costituzione a tutela dell’ambiente

La revisione all’articolo 41 sottolinea che l’iniziativa economica privata è libera, ma deve essere esercitata nel rispetto dell’interesse sociale, della salute, dell’ambiente, della sicurezza, della libertà e della dignità umana.

Per la prima volta viene riconosciuta all’ambiente la stessa importanza degli esseri umani e la stessa protezione.

Ecco le parole dell’articolo:

“L’iniziativa economica privata è libera.

Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali [cfr. art. 43].”

L’art. 41 ancor più del 9 sancisce che il legislatore potrà pretendere dalle imprese un’attenzione maggiore dei loro impatti ambientali e un’azione per minimizzarli, come parte del loro scopo aziendale.

Questo significa che nessun’azienda potrà più perseguire solo il profitto, ma dovrà anche considerare come le sue azioni influenzano l’ambiente e la società nell’insieme.

Tutela ambientale: l’Italia verso un modello di economia sempre più circolare

La spinta istituzionale è solo una delle tante dimostrazioni che la natura sta tornando finalmente al centro delle preoccupazioni nazionali.

Possiamo quasi definirlo un ritorno al biocentrismo, dove tutti gli esseri viventi hanno pari diritti e importanza.

Un ottimo esempio del maggior interesse verso la tutela ambientale è il nuovo approccio circolare all’economia.

L’economia circolare è un modello economico e di sviluppo sostenibile che si basa sul principio di massimizzazione delle risorse esistenti e minimizzazione gli sprechi.

Invece di seguire il tradizionale modello “usa e getta” (modello lineare), in un’economia circolare i prodotti, i materiali e le risorse vengono progettati, generati e gestiti in modo tale da preservare la loro utilità il più a lungo possibile.

Allungando la vita dei prodotti si riduce significativamente l’impatto dannoso sull’ambiente.

Questo avviene perché diminuiscono la necessità di produzioni chimiche, la quantità di rifiuti da smaltire, le estrazioni di risorse naturali e la produzione di materiali tossici.

Sapi per la tutela dell’ambiente

Gruppo Sapi è un esempio concreto di modello alternativo di consumo e di gestione aziendale, che pone enfasi sulla sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale.

Abbiamo fondato la nostra impresa su un approccio attivo al riciclo e al riutilizzo di stampanti originali e di tutte le infrastrutture stampa aziendali.

Con il nostro metodo i prodotti vengono recuperati e rigenerati anziché essere smaltiti prematuramente. Questo allunga significativamente la loro vita utile, riducendo al minimo lo spreco di risorse e il rifiuto di materiali elettronici

Ma l’impegno di Sapi va oltre il solo aspetto tecnico: il cuore della è la tutela dell’ambiente e il benessere economico della comunità in cui operiamo.

Vogliamo essere l’esempio di come si possa integrare con successo sostenibilità ambientale ed efficienza economica nel proprio modello di business.

Scegliendo Sapi Service e i nostri servizi sostenibili di printing puoi diventare anche tu un agente positivo di cambiamento per il pianeta e la società.

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